Cervelli in fuga, analogie tra Italia e Giappone e, come sempre, innovazione sono stati gli argomenti dell’intervista a Emilia Garito nel programma Rai “L’Italia con Voi”, andato in onda il 7 marzo 2019.
La puntata è disponibile per intero in streaming su Rai Play.
Cervelli (imprenditoriali) in fuga
Giovani inventori, giovani talentuosi, giovani pieni di risorse e di idee… che espatriano.
C’è bisogno di dare una nuova prospettiva ai ragazzi, che sin da subito vengono a conoscenza con la tecnologia e il concetto di start-up. L’Italia è un Paese di opportunità in questo senso e in costante aumento, ma spesso i giovani con un’idea imprenditoriale non riescono a trovare un ecosistema solido in cui una start-up possa fiorire. Avviare un’impresa non è certo facile, ma in Italia tutto ciò è arricchito da una burocrazia iniziale lenta e macchinosa, dal regime fiscale e soprattutto dalla ricerca di finanziamenti.
Lo dice anche il rapporto Doing Business 2019 redatto dalla Banca Mondiale: l’Italia esce quest’anno dalla top 50 dei Paesi in cui fare impresa è più agevole, con un punteggio al di sotto della media OCSE. Si colloca cinquantunesima su cento novanta, accanto a Slovacchia, Slovenia, Moldavia, Israele e Serbia.
E molti giovani preferiscono fare impresa all’estero: un caso famoso è quello di Arduino, la piccola scheda made in Italy impiegata in tutto il mondo e creata da Massimo Banzi. Il nome nasce dall’omonimo pub preferito di Banzi, situato a Ivrea, sua città natale. La sede di Arduino è stata spostata a New York.
Un altro caso è quello di Authorea, di Alberto Pepe, piattaforma dove i ricercatori possono lavorare in modo collaborativo e in contemporanea allo stesso documento. La piattaforma, oggi con sede a Brooklyn, ha ottenuto più di 600 milioni di dollari di finanziamenti.
Ma anche Filippo Yacob e Matteo Loglio, due ragazzi di Bergamo, con il loro Primo, un gioco per bambini che insegna a programmare in modo creativo, hanno ottenuto più di 750mila euro di finanziamenti europei. La sede di Primo è a Londra.
Viene da chiedersi se in Italia avrebbero ricevuto la stessa notorietà, anche quella finanziaria. Ogni volta che un giovane porta le sue idee innovative all’estero, non sentendosi apprezzato nel nostro Paese, la perdita economica che subiamo è enorme.
Una soluzione consisterebbe nel portare in Italia le multinazionali, che insidierebbero i loro centri di ricerca in territorio nostrano raccogliendo e sfruttando i talenti dei giovani e dei tanti ricercatori.
La grande valenza dei ragazzi italiani è spiccata anche nell’evento TEDxYouth@Roma di febbraio 2019, evento TEDx in cui era coinvolto anche il MIUR, una edizione rivolta ai giovani, incentrato proprio sui loro talenti, dove essi stessi, in quanto speaker, avevano l’opportunità di trasmettere messaggi e problematiche.
Italia e Giappone: più simili di quanto si pensi
Per molti, potrebbero sembrare due Paesi distanti sotto tutti i punti di vista, in realtà però hanno in comune diversi aspetti che sono stati evidenziati nell’intervista:
- L’approccio al progresso e alle tecnologie esponenziali,
- L’alto indice di invecchiamento (il Giappone è il Paese con l’indice più alto al mondo, l’Italia il secondo) e il tasso di natalità basso, che aumentano le necessità da parte della società di usare la tecnologia a supporto della vita della popolazione,
- L’attenzione all’estetica e al design,
- Le eccellenze tecnologiche,
- La crescente attenzione alla Società 5.0 (link).
Ma la tecnologia porterà con sé l’estinzione di alcuni mestieri?
Per gli esperti questo è sicuro. L’interazione uomo-macchina dovrà avvenire in maniera diversa, che non si tratta di semplice sostituzione di manodopera. Il rischio, però, è il tempo di implementazione e assorbimento delle nuove tecnologie e dell’innovazione: sarà sempre possibile formare figure professionali e specializzate che “corrano” di pari passo alla potenza tecnologica che continuerà a manifestarsi sempre più veloce nell’epoca futura? In questo avranno un ruolo fondamentale delle policy statali adeguate.
Un assaggio delle professioni del futuro? L’ente di ricerca FastFuture ha ipotizzato che, entro il 2030, nasceranno figure come l’agricoltore o allevatore genetista, il pilota spaziale, la guida turistica spaziale, l’architetto per nuovi pianeti e addirittura il broker temporale. Quest’ultima figura si occuperà in particolare del tempo come valuta del futuro da scambiare e inserito nei mercati finanziari.